venerdì 13 agosto 2010

Giorno 27

E veniamo ad oggi. Ricordiamolo, siamo a Los Angeles. Oggi è l’ultimo giorno libero, che domani è già tutto programmato. Guardate la mappa. Voi cosa fareste?

Partenza soft e di mattina presto si scende a San Diego, “The Finest City” of California. Ed in effetti è vero. Qui SI che ci sono le bianche spiagge da film americano! San Diego è bellissima, decisamente poco affollata (il parcheggio 25c per 2 ore!), il parco centrale immenso con palazzi stile architettura spagnola misto araba. L’organo a canne all’aperto più grande del mondo, con concerto gratuito ogni domenica pomeriggio. Ci fermiamo a sentire le prove e poi andiamo in spiaggia.

E qui è un paradiso. Sabbia bianchissima e spiaggia curata, costruzioni stile sia antico che moderno ben tenute. Altro che quella merda di Malibu. Anche il tempo è decisamente migliore: soleggiato e meno ventoso che sulle coste più a nord.

Non possiamo fermarci a fare il bagno, anche se meriterebbe. Dopo aver visitato il museo aerospaziale di San Diego (la capsula di atterraggio e il modulo di comando dell’Apollo 9!!!) andiamo al porto dove oltre a cinque incrociatori c’è ancorata una portaerei completa di almeno una trentina di velivoli e quasi completamente esplorabile! Invece dell’oretta preventivata ci mettiamo più di tre ore, e quando torniamo alla macchina fortunatamente niente multa.

Sono le tre. Siamo a San Diego. Si parte, e si va. Si va verso un paese civilizzato, dove non usano galloni e miglia imperiali, ma litri e chilometri come vuole il sacrosanto sistema internazionale. Si va. Dopo 20 chilometri siamo IN MESSICO!

Il confine messicano è INESISTENTE. Non un casello, non una guardia, NIENTE. Strada dritta. Peccato, e io che volevo il timbro sul passaporto. Un paio di chilometri oltre e finalmente ci troviamo sulla Avenida Revolucciòn, centro di Tijuana. Parcheggiamo in angolo Emiliano Zapata (che non credo sia quello dell’Udine) e andiamo a fare un giro da bravi turisti.


E qui sembra di essere entrati in un bazar del Cairo. Veniamo ASSALTATI da qualsiasi venditore possibile immaginabile, a ogni negozio cercano di venderci l’oggettistica più improponibile, dalla classica maglietta I love Tijuana a crocifissi scala 1:1 a bambole di Hello Kitty (che qui pare evidente riscuotere un certo successo). Ma insistenti eh! Ti corrono dietro col loro babbilamme, finchè capiscono che non c’è trippa per gatti e ti lasciano per un altro turista.

Sosta in una bettola per un immancabile margarita (brindando al nome di Guido Gomirato) e faccio l’errore del secolo. Il tizio porta delle tortillas con due salse, una rossa e una verde. E’ evidente: quella rossa è con peperoncino piccantissimo. Via con quella verde. aaaaAAAAAaAAAAAAARRRRRRRRGGGHHHH!!!! Frullato di jalapenos a 6000 gradi farhenheit!!!!!!!!! Piango. Tanto. E non per la commozione di aver brindato a Gomirato. Superato l’iniziale shock e dopo aver stemperato la lingua con il margarita (che tanto non ho sentito neanche di cosa sapeva, che ero assolutamente anestetizzato al sapore) riprendiamo il nostro giro in centro.

Facciamo una certa fatica a passare oltre i venditori dei vari negozi, che insistono a cercare di accalappiarci in tutti i sistemi (NO!! Non lo voglio il busto scala 1:1 del Che! E neanche quello di Hello Kitty!!), finchè decidiamo che hanno definitivamente rotto le balle e torniamo indietro.


E tornare indietro non è mica facile come venire di qua. Adesso SI che c’è il confine. Dopo aver sbagliato strada 28 volte che qui il navigatore non prende, un’ora e passa di coda e perquisizione approfondita del veicolo (nota: sul passaporto ho ancora la foto di 8 anni fa… con i capelli lunghi!), evitiamo di passare anche alla perquisizione corporale e rientriamo negli Estados Unidos de America.

Si torna a LA e si prepara la valigia. Oggi è l’ultima notte: domani visita agli Universal Studios e poi non si dorme che tanto alle 6 di mattina abbiamo il volo.

Siamo quasi alla fine…


Km percorsi oggi: 497
Km totali: 11.486
Luogo: Los Angeles, CA

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