domenica 26 agosto 2012

Giorno 8 - Francoforte

Trovare una connessione, in giro per l'Europa è una vera impresa. In germania non ci sono reti libere - al massimo qualche locale offre un'ora gratis se hai una sim tedesca - nel resto del mondo sono a pagamento pure negli hotel - e figuriamoci se gli do un euro più del necessario.

In verità, c'è anche da dire che in questi giorni s'è pedalato davvero parecchio e la sera le energie residue per scrivere erano davvero pochine.

Comunque il viaggio finora è stato davvero intenso! Dopo salisburgo siamo partiti verso Praga fermandoci a dormire in una cittadina dove nessuno parlava inglese. Per poi arrivare a Praga dove nessuno parla inglese. Sono avanti in CZ! Tralasciamo anche che ho lasciato (ma si, allitteriamo!) le gomme sulle loro strade piene di binari del tram, che la policie mi ha seguito per darmi una multa (si paga cash al poliziotto, mica ti danno un bollettino che poi _puta caso_ torni in italia senza pagarlo!), che ti fanno pagare anche le fotografie e ogni tanto anche l'aria, che il bastardo dell'albergo "non è un problema suo se abbiamo pagato per la camera comfort ma sono finite", che sono ladri patentati. Ecco, tralasciando questo Praga è davvero bella: secoli di storia ma anche angoli moderni che sembra la capitale del jazz. Jazz dovunque. Nei locali, per le strade, in metropolitana. Manca solo jazz anche nelle cattedrali e nei musei, ma sono sicuro che ci stanno pensando. La famosa birra a un euro è un miraggio ma se cercate bene, troverete degli angoli dove il turismo ancora non è riuscito ad arrivare.
Ah non andate nel quartiere ebraico. Se i cechi sono ladri, gli ebrei sono crumiri, fate 2+2 e ottenete che qualcuno ha pagato la Mondadori per reclamizzare nelle sue guide l'intero quartiere.

Dopo questo partenza, direzione Berlino. Stop causa sonno a Dresda, ripartenza per Potsdam dove il cartello recita "Neues Palais Geschlossen". Diciamo di nuovo grazie alla Mondadori per scrivere le giornate di chiusura come tirare i numeri del lotto. Partiamo allora per Berlino. Berlino è esattamente come me la immaginavo: enorme, piatta e fredda. I servizi sono impeccabili, metro e treni abbondano, si respira aria di innovazione. L'intera città è in continuo rinnovamento, i palazzi antichi vengono tranquillamente ritoccati e ammodernati, senza preoccuparsi troppo della storia e delle belle arti. Prese elettriche in palazzi del '600 possono sembrare un pugno in un occhio ma è perchè quei palazzi sono stati utilizzati fino a poco tempo fa e alcuni ancora adesso.
Giovani che suonano e si esibiscono per strada dovunque, e parecchi con un discreto talento. Vicino alla porta di brandeburgo, ci saranno 400 persone a vedere cinque ballerini. Gruppi di qualunque tipo, solisti, batteristi con i bidoni, perfino un duo con basso e sitar elettrico (!). Su un bidone delle immondizie c'è la pubblicità di un museo sulla storia dei videogame. Decidiamo di andare a vederlo. In questa strada lontana dal centro, dei tizi più giovani di me con la passione per i videogiochi hanno allestito un museo sulla storia videoludica dagli anni 60 ad oggi. E gente che visita - e paga - ce n'è parecchia. Ho giocato a frogger su cabinet! Qui da noi sarebbe impossibile.
Non mancano ovviamente un paio di musei sulla caduta del muro, una foto con Marx e Engels e kebab. Tanto kebab. Per variare anche una pasta scotta cinese di quelle nel cartone con la brodaglia che tiri su con le bacchette... mai più.

Dopo due giorni ripartenza per Potsdam al Neues Palais e poi su verso nord. Dormita riposante in una pensione al porto di Rostock e poi traghetto per Gedser: siamo in Danimarca!

Copenaghen è decisamente incasinata. A differenza di Berlino - dove parcheggi non ce n'è neanche a pagarli - qui di parcheggi ce ne sono in abbondanza. Il problema sono le strade, in condivisione anzi, in sottomissione, con le biciclette, che qui la fanno da padrona. Non conto le volte che sono entrato in una pista ciclabile o che ho rischiato di stendere qualcuno perchè LORO hanno la precedenza sempre e comunque.
Carina comunque copenaghen, solo un piccolo problema. Cara. Maledettamente cara. Tanto che prima di mangiare aspettiamo e giriamo un bel po', e la sera decidiamo di andare in campeggio anche se c'è un'umidità che farebbe venire i reumatismi anche a mister muscolo da giovane.
Almeno qui sanno l'inglese, ecco. Perchè tra Praga e Berlino, di inglese ne abbiamo sentito pochino (e non vi dico le vite per spiegare alla tizia della pensione del porto i problemi con la connessione wifi che CI SERVIVA per controllare i traghetti).

Dato che è cara ma noi sfidiamo anche il cambio, decidiamo di partire il giorno dopo verso Lund, e così dopo un'altra ora di viaggio siamo in Svezia. Sembra Overland, potremmo andare a Capo Nord in effetti... dato che però quando scendiamo ci accoglie un bel colpo di bora sui 7-8 gradi, decidiamo che forse è il caso di fare solo un giretto turistico e tornare verso lidi più temperati.

Quindi, grande fuga verso sud, traghetto preso spaccando il secondo (mancava solo lanciarsi alla starsky e hutch da una rampa), pedalata sulle teutoniche autostrade limitless e arrivo in tardissima serata a Francoforte. Si sono 950 km oggi. Ma ne valeva la pena: guardate dove siamo arrivati!

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