lunedì 26 luglio 2010

Giorno 9

Il risveglio è sempre più difficile. Attendo solo di arrivare a Las Vegas, che è la meta più vicina in cui abbiamo più di una giornata di stop, così mi posso prendere una 24 ore di dormita. Piccolo problema: mancano ancora un 5000km…

Non vado neanche a fare colazione che tanto è inutile, metto due banane in zaino e partiamo verso le cascate. Tempo un’ora siamo là. Si capisce dove siano già da lontano, che il fiume butta giù tanta di quell’acqua che viene sollevata una nube di vapore modello fungo atomico che si vede da chilometri.

Lo spettacolo è decisamente interessante, per essere mattina, peccato solo per il tempo nuvoloso che non accenna a migliorare. Mettiamola così, è come essere sul tagliamento, ma con più acqua e più cascata. Dopo aver pagato il parcheggio più caro della storia (20$!! La prossima volta mi faccio mettere la multa che mi conviene) abbandoniamo la rinomata celeberrima stupefacente ospitalità canadese (affanculo, và) per tornare negli States che contano. Se non altro un punto a favore del canada c’è: usano km/h e litri al posto di mph e galloni.

Tornati di là il tempo sembra confermare che sì, dobbiamo stare di qua: appena passato il ponte viene fuori un sole che mai. E qui capisco il potere della pubblicità. Son tutti che dicono che le cascate si vedono meglio lato canada, ma qui 1) abbiamo trovato parcheggio gratis 2) c’è un ponte sospeso sul vuoto e un ascensore che per 1$ ti porta fin sotto 3) sei decisamente molto più vicino.
Nei 20 secondi di ascensore, facciamo subito amicizia con l’ascensorista, o per meglio dire LUI fa amicizia con noi “Hi guys, myyy frieeeends, i’m gonna take you down, down, doooown and then up, up and down! Heeeeeyyy, itaaalia!”. La droga fa male ai neri di mattina…

Dopo le foto di rito (che ce le siamo fatte da noi, che gli americani hanno ampiamente dimostrato di avere tutti costantemente un senso dell’inquadratura come io mi intendo di astrofisica gamma) si riparte direzione sud, destinazione dintorni di Nashville. Piccola deviazione per entrare a Cleveland a vedere lo stadio degli sfigatissimi Indians (che ricordiamolo non vincono un campionato da 49 anni). Ricky Vaughn non c’era. Neanche Cerrano. Peccato.

Riprendiamo la marcia verso sud non prima di esserci fermati in un autogrill per fare acqua. Manovra che non riesce perché c’è un bambino di 6 anni che è in bagno da un quarto d’ora e dai rumori che si sentono ne ha ancora per un bel po’. Alla fine sarà stato dentro mezz’ora! E’ piccolo, ma ne fa tanta ah… Comunque, vado dietro un camion con fare sospetto e nel raggio di 28km in ogni finestra c’è qualcuno che mi guarda. Prima che arrivi la polizia e mi arresti per concimazione non autorizzata, andiamo via.
Ah, non vi preoccupate, il bambino è uscito dal gabinetto. Nero (di pelle), sbiancato (per lo sforzo della creazione), ma soddisfatto del prodotto, anche se ancora provato dall’esperienza.

Guardiamo la cartina e decidiamo di dirigerci verso Daytona, così per dare un occhio anche al circuito della Nascar. Fortunatamente dopo 20 minuti cambiamo rotta evitando di fare la figura di merda più grande della storia: Daytona quella-del-circuito non è questa qui in Ohio, ma sta in Florida! Diobono, anche gli americani! Sempre gli stessi nomi di città in tutti gli stati! Prima siamo passati vicino Parma e Verona!! E meno male che ci siamo accorti in tempo, già mi immagino la scena: “Scusi signora, dovè lo speedway di Daytona?” “Eh, prendete la statale e andate dritti per 3000 km…”

Dopo un bel po’ di strada è ora di fermarci per mangiare qualcosa. Entriamo al “Wendy’s”, attratti dall’insegna “original hamburgers”. -35° dentro. Un odore penetrante di blave e fen. Mosche sul soffitto della cucina. Fino a che punto sono “original” questi hamburger? Con la scusa che abbiamo aspettato troppo in coda andiamo via e entriamo in un Burger King. E qui incontro la mia nemesi.
Nota mentale #1: MAI e ripeto MAI prendere qualcosa che non conosci. DR. PEPPER: segnatevi questo nome. Dici, il colore è quello, sarà un terzo tipo oltre a coca e pepsi. E invece no: è coca dolcissima mescolata con uno sciroppo denso di ciliegia. Frizzante. Bisogna essere davvero rincoglioniti per bere di gusto una cosa del genere.

Mangio facendo bocjatis, butto via l’orrida miscela, e ripartiamo: altri 100km, dai. L'autostrada comincia a cambiare. Le buche e i copertoni abbandonati aumentano. A un certo punto non c'è più neanche un lampione. Niente guard rail. Niente di niente. Che autostrada è??
Comunque, ci fermiamo in un motel sulla strada. Sembra l’Overlook Hotel di Shining, con tanto di vecchia mezza pazza. E no, non abbiamo la stanza 237.

Domani indagherò meglio.
Buongiorno ai miei 25 lettori europei. E buonanotte a me.


Km percorsi oggi: 900
Km totali: 2200
Luogo: Sparta, KY

Stati attraversati: New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware, District of Columbia, Maryland, Ontario(CAN), Ohio, Kentucky

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