sabato 24 luglio 2010

Giorno 7

Mi risveglio con lo stomaco montato al contrario. Dev’essere stato il panino polpette pomodoro e parmigiano che ho mangiato ieri a Philadelphia. E scusate l’allitterazione. Comunque, andiamo a fare colazione e cerco di risistemare gli interni con uno shock di zuccheri: pancake con salsa di fragole. Solo che agli americani che ci precedono il pancake viene perfetto, il nostro, una volta aperto il marchingegno, è più una forma informe molliccia. Segno che oggi sarà una giornata difficile.
Infatti usciamo e fuori ci sono 40° all’ombra. E quando arriviamo nel centro di Washington ci accorgiamo che NON C’E’ OMBRA.
Sbagliamo strada quelle 7-8 volte e alla fine decidiamo di andare nel cimitero commemorativo di Arlington. Avete presente quello con una pletora di tombe tutte uguali che si vede nei film? Ecco, quello lì. E qui si capisce perché gli americani non hanno futuro. Attraverso la strada DUE metri fuori dalle strisce pedonali e una guardia mi cazzia. Poco più in là, altre maledizioni perché sono uscito dalle strisce pedonali andando in diagonale nella direzione del marciapiede. E le strisce attraversavano un tratto di strada CHIUSA AL TRAFFICO. E c’eravamo solo noi tre. E guarda caso erano due neri. Io capisco tutto, ma fare o far fare le cose senza chiederti perché lo stai facendo, mi chiedo come torni a casa la sera. Boh. Comunque, l’andata su per le colline è tragico, ma il ritorno in macchina è devastante. Più il tempo passa e più la temperatura aumenta.
Prima di pranzo riusciamo a fare anche un giretto al pentagono, lì vicino, dove parto con una riflessione sul perché il loro sistema di intelligence abia fallito più di qualche volta. Non si possono fare foto da lontano al pentagono perché potresti essere un terrorista (…) ma se ti avvicini a piedi c’è un’area in cui c’è scritto che PUOI fare foto. Tralaltro, se fai il giro attorno in macchina, puoi fare quello che vuoi nel tuo automezzo. E allora?
Lasciamo questo posto per andare in centro. Giriamo per trovare un parcheggio (benedetto clima!) e finalmente riusciamo ad avvicinarci al Lincoln Memorial, praticamente dove fanno le proclamazioni dei presidenti. La temperatura è sempre più critica: un termometro segnava circa 114°F al sole (circa 46°C), e adesso se ne sentono decisamente di più. I venditori ambulanti di acqua se ne approfittano e ritoccano i prezzi (2,05$? Dove vuoi che ti vada a prendere i 5cent??). Noi andiamo avanti più che altro per inerzia, dato che il caldo ci ha fatto passare la fame a tutti e tre. Alle 3 circa riusciamo a essere sotto il monumento ai costruttori di meridiane (o almeno credo che l’obelisco serva a quello) e chiediamo per i biglietti. Che, essendo gratis, sono stati leccati tutti la mattina e non si possono acquistare oggi per domani.
Dopo aver preso un po’ di ombra (sto assumendo un colore preoccupante) ripartiamo e dopo un po’ raggiungiamo la casa bianca. E finalmente. La maglia che ho addosso è da vulcanizzare (diobono l’avevo appena comprata) e siccome siamo abbastanza vergognosamente sudati ci tengono a un miglio dalla porta. Loro e il terrorismo! Questo la dice lunga su quanto funzioni la CIA. Da notare il cecchino sul tetto. Prima di scoprore che qualcuno di noi ha brufolo rosso che gira in mezzo agli occhi decidiamo di andare via. Da notare che davanti alla casa bianca non c'è qualche monumento particolare ma l'orto di Obama. Voglio vederlo, la domenica in ciabatte a sticcare nell'orto.

Altra scarpinata per raggiungere la metro, e si arriva al campidoglio, sede del congresso. (Tralaltro, la metro di Washington è una delle cose più brutte e malfatte che abbia mai visto). Mi guardo in uno specchio: sono diventato un marocchino. Mentre siamo al campidoglio mi chiama il Tex: è arrivato a Washington! Ci dirigiamo nuovamente verso la macchina e lo troviamo. Convenevoli di rito e andiamo a cercare un posto per la notte.
Ne troviamo uno a buon prezzo fuori Washington ma non lo prenotiamo via internet, vuoi mai che non ci accettino data l’ora tarda. Quindi andiamo direttamente là. E qui mi si disfacciono i coglioni.
Fammi capire, tu, americano, cerchi di fregare un italiano? Ma quando mai? “Sorry, ma non ci sono camere da 4, men che meno a quel prezzo che avete visto voi. Posso darvi due doppie presidential al doppio del prezzo” “Sicomeno. Ciao” Usciamo dall’hotel, ci connettiamo alla SUA rete wifi, prenotiamo pagando online e rientriamo con un sorriso a 32 denti. “Guarda, ora abbiamo una prenotazione” “Aah, ma allora avevate la prenotazione, sapete, le camere erano finite” …non stiamo neanche a spiegargli che la prenotazione l’abbiamo fatta dopo che siamo usciti che non riuscirebbe a capire la figura di merda che ha appena fatto.
Riesco a scollarmi di dosso la maglietta, che ormai era diventata una seconda pelle, e vado sotto una meritata doccia fredda.Poi che dire, la serata si conclude con una cena in un fast food dove ci porta il Tex. Sì, si mangia bene, il posto non è male. E ANCHE LE CAMERIERE.

Km percorsi oggi: 30
Km totali: 350
Luogo: Washington, DC

Stati attraversati: New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware, District of Columbia, Maryland

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