martedì 20 luglio 2010

Giorno 3

La camminata di ieri si è fatta sentire: nonostante la sveglia sia stata puntata alle 7:30, prima delle 9:30 non siamo operativi. Decidiamo di andare a prendere il traghetto per Liberty Island anche se il tempo non sembra essera proprio perfetto. A metà metropolitana però comincia a entrare gente bagnata con ombrelli al seguito. E vabbè, modifichiamo i nostri piani e cambiamo linea, per andare al Peggy Guggenheim museum.
Usciti, c'è qualcosa che non quadra: un sole che spacca le pietre. Nota mentale #1: gli americani escono con l'ombrello anche se non piove, e lo bagnano prima di uscire di casa per non sembrare stupidi.
Comunque, grazie a uno sconto studenti (yeah! vedi che serve portarsi il tesserino dell'EX università :) ) paghiamo i nostri 15$ e entriamo nella spirale di Frankie LLoyd Wright. Dopo il primo giro, cerco di informarmi per una qualche politica di rimborsi, ma non ottengo risposta. Quattro quadri di Kandinsky (i più brutti), quattro quadri di Monet (e ok) e poi... IL NULLA!!! Al P.G.Museum non c'è NIENTE!!!! Fotografie inutili, atrocemente brutte e insignificanti! Roba che se mi concentravo io mi venivano 10.000 volte meglio!!! Quando al 5^ giro di spirale trovo un muro, largo, vuoto, con la scritta "questo muro bla bla rappresenta il vuoto creativo dell'artista x che bla bla..." decido che è ora di darci un taglio: adesso tentano di spacciarmi per opera d'arte anche dove NON SANNO COSA METTERCI. Uomini, l'arte costa: vedete di spendere o beccherete pochi ingressi. Altro che muri bianchi.
Usciti, il sole è ancora meglio: decidiamo quindi di fare quello che dovevamo fare molto tempo prima: Liberty Island! Dopo una coda interminabile e TRE dico T R E controlli aeroportuali (ma i poliziotti di questi controlli sono tutti degli esaltati? Mi tirano la roba, vedono terroristi dovunque, e io non devo dire che i neri sono tutti rincoglioniti? Secondo te il mio taccuino, che dì quello che vuoi ma a te non te lo do, è una bomba?) finalmente riusciamo a mettere piede sull'isola. Spettacolo! Vista da lontano è grandina, ma da sotto è ancora meglio! C'è libero accesso fino al piedistallo più alto (la corona è chiusa perchè ci sono terroristi dappertutto) e la coda è decisamente più breve che non quella dell'empire state building (forse i 156 gradini senza ascensore hanno fatto un po' di selezione naturale). Dopo un meritato pranzo (verdura! ho trovato della verdura! 11$ però...) altro giretto e ci mettiamo in coda per il secondo traghetto. E qui, sfiga: per 10 persone 10 rimaniamo fuori dall'ultimo traghetto che porta a Ellis Island. Dobbiamo quindi prendere quello successivo che riporta direttamente a New York. Scesi, decidiamo di fare un giro per il financial district. Niente da dire, bello, ma dopo un po' i grattacieli cominciano a diventare tutti uguali. Toccata di rito alle palle del toro (foto: reuters) e andiamo a fare un giro a Ground Zero (un immenso buco pieno di pantano e i neri che ci lavorano dentro). E' ancora presto per andare a cena, decidiamo quindi di andare a fare qualche foto artistica nei giardinetti di fronte a manhattan, vicino al ponte di Brooklyn. Non male, anche se per farci fare una foto da due tizi (daniele, guarda che sono due mormoni) dopbbiamo sorbirci un quarto d'ora (daniele, guarda che poi non ti mollano più, prendi qualcun'altro) di pistolotto sul padreterno (ettelavevodetto...).
Tutto molto bello e finalmente riesco a fare quello che dovevo fare: andare con i piedi a mollo nell'oceano, nonostante l'ilarità generale degli astanti. Dopo aver rischiato di morire quelle 20-30 volte, sia per le cadute sugli scogli scivolosissssimi, sia perchè non è acqua, è merda, decidiamo di andare a mangiare al Pier 17. E per dove si va? Che discorsi: traversata notturna del Brooklyn Bridge! A metà comincio a non sentire più i piedi (come fanno quello che corrono di notte per qua??), il che mi permette di arrivare al traguardo della mia maratona: Subway, segnatevi questo nome. Il panino migliore che ho mangiato qua.

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